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“Festival Pontino Di Musica”: questo giovedì il concerto del “Quartetto Werther”.

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il Quartetto Werther

Nell’ambito del “Festival Pontino Di Musica”, giovedì 26 luglio, presso il Castello Caetani di Sermoneta, a partire dalle 21.00, si esibiranno in concerto i giovanissimi musicisti del “Quartetto Werther”: porteranno in scena due capolavori della musica cameristica di Brahms e Schumann.

Fondato a Roma nel 2016, questo Quartetto è una piacevole novità nel panorama cameristico italiano, anche perché non sono molte le formazioni con pianoforte. I nomi sono quelli di Misia Iannoni Sebastianini al violino, Martina Santarone alla viola, Simone Chiominto al violoncello e Antonino Fiumana al pianoforte.

Eseguono due splendide pagine del repertorio romantico da camera: il Quartetto n. 3 op. 60 di Brahms e il Quartetto op. 47 di Schumann.

Brahms ha dedicato alla musica cameristica gli anni della sua maturità e nel suo catalogo queste opere occupano un ruolo di rilievo. La classica formazione del quartetto per archi fu abbordata da Brahms tardi, quasi con riluttanza e timore, intimidito non solo e non tanto da un genere considerato elevato e difficile quanto dalla gigantesca ombra che vi gettava Beethoven. Sono opere dagli schemi classici, ma che presentano una grande ricchezza d’invenzione, come testimonia il Quartetto n. 3 in programma. Giunse a maturazione molto lentamente – fu portato a termine esattamente vent’anni dopo la sua prima concezione, nella primavera – estate del 1875 a Ziegelhausen, una tranquilla località  appena fuori Heidelberg, sulle rive del fiume Neckar, il cui paesaggio, con la sua mescolanza di grandezza e di intimità sembra rispecchiare il carattere della musica da camera di Brahms, che rappresenta una summa della sua arte, in cui il compositore da spazio alla sua libera fantasia, costellata di emozioni e di momenti drammatici, resi da una assoluta maestria della scrittura.

Il Quartetto op. 47 di Schumann è nato nel 1842, anno caratterizzato dalla creazione incredibile di una serie di capolavori cameristici. Nel giro di pochi mesi, infatti, Schumann si confrontò con un panorama pressoché completo della musica da camera dell’epoca, cimentandosi con il genere più elevato della tradizione, il quartetto per archi, e al contempo con le tipologie proprie delle nuove generazioni romantiche, ossia il quartetto e quintetto con pianoforte. E nel Quartetto op. 47 è al pianoforte che Schumann continua ad affidare il suo estro fantastico e il ruolo di protagonista, guardando però sia alla natura incontaminata di Haydn e del primo Beethoven, sia alla freschezza di Mendelssohn.

IL FESTIVAL PROSEGUE CON…

Gradito ritorno al Festival, per il terzo anno consecutivo, per Alfonso Alberti, pianista che ha saputo conquistare l’attenzione del pubblico per la bravura, la ricercatezza e la raffinatezza dei suoi programmi. Venerdì 27 luglio nella suggestiva cornice del Parco di Pantanello – Oasi di Ninfa (eccezionalmente aperto per la serata) titolo del suo recital  sarà “… E la luna scende sul tempio che fu”, una riflessione sul tempo, quello musicale e quello della realtà che prende il titolo dall’omonimo brano di Debussy (Et la lune descend sur le temple qui fût) che apre il programma. Seguiranno i Valses oubliées di Liszt, pagine dell’ultima e visionaria produzione del compositore ungherese, la celebre Marcia turca da Le rovine di Atene di Beethoven, e un estratto dagli Harrison’s Clocks di Harrison Birtwistle. Chiude il programma Debussy, così come l’ha aperto, questa volta con il preludio La Cathédrale engloutie.

Presenza ormai abituale al Festival è anche quella di Fabrizio von Arx che con un prezioso violino Stradivari “Madrileno” del 1720, vero gioiello musicale unico al mondo che un generoso imprenditore ha donato per i prossimi dieci anni al violinista svizzero-napoletano. Von Arx sarà in concerto sabato 28 luglio (ore 21) al Castello Caetani di Sermoneta, insieme al pianista irlandese Finghin Collins con cui presenta un programma con musiche di Bach, Brahms, Stravinskij, Paganini e Franck, sia per violino solo o pianoforte, sia in duo.

Chiusura del Festival con un giovane Trio che si sta affermando velocemente a livello internazionale grazie al talento dei loro singoli musicisti e alla loro passione per la musica da camera. Sono Rebecca Raimondi al violino, Michele Marco Rossi al violoncello e Alessandro Viale al pianoforte: i tre formano il Rest Ensemble, che domenica 29 luglio all’Abbazia di Fossanova (ore 19.30) eseguiranno il Trio del 1969 di Malipiero e quello giovanile op. 8 di Brahms.

Fondazione Campus Internazionale di Musica, Via Varsavia 31, 04100 Latina

tel. 0773 605551, www.campusmusica.it, info@campusmusica.itù

 

Biglietto concerto 26 luglio: € 15 intero – € 10 over 65 – € 20 coppia – € 2 under 26

Giovedì 26 luglio ore 21 Castello Caetani, Sermoneta

Quartetto Werther

Misia Iannoni Sebastianini, violino – Martina Santarone, viola

Simone Chiominto, violoncello – Antonino Fiumana, pianoforte

 

  1. Brahms, Quartetto con pianoforte n. 3 op. 60
  2. Schumann, Quartetto con pianoforte op. 47

Il QUARTETTO WERTHER, fondato a Roma nel 2016, ha collaborato con importanti enti musicali italiani tra cui la Società Umanitaria di Milano, la Scuola di Musica di Fiesole, Musica da Casa Menotti-Festival dei Due Mondi di Spoleto, Università della Tuscia di Viterbo e Musica al Limbo di Firenze. Sostenuto dall’Associazione Musica con le Ali, ha debuttato in Russia presso la Moscow International House of Music ed ha in programma un tour di concerti nelle città di Firenze, Como, Roma, Venezia, Portogruaro, Udine, Bologna, Tolentino, Genova e, a coronamento del 2018, due importanti recital presso il Teatro La Fenice di Venezia e per l’Unione Musicale di Torino. Risultato sempre vincitore del primo premio assoluto al 15° “Città di Magliano Sabina”, al 18° “Riviera Etrusca” di Piombino, al 24° “G. Rospigliosi” di Lamporecchio e al 25° “Città di Padova”, in cui si impone anche come Secondo Premio tra i migliori concorrenti di tutto il concorso. Attualmente il Quartetto Werther si perfeziona sotto la guida del Trio di Parma e di Pierpaolo Maurizzi, presso il Conservatorio “A. Boito” di Parma.

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