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Incendio Eco X Pomezia, “Responsabilità politiche e istituzionali su prevenzione e controllo”

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Non smette di far discutere il terribile incendio alla Eco X di Pomezia avvenuto lo scorso 5 maggio. Sul caso è intervenuto il PCI del Lazio, tramite il segretario regionale Virgilio Seu. Dura la nota del politico di sinistra che punta il dito contro le istituzioni.

 “Come Partito Comunista Italiano – dice Seu – abbiamo ritenuto doveroso, prima di fare un comunicato ufficiale, attendere che si chiarisse, almeno per quanto riguarda i rischi per la salute dei cittadini, la reale natura degli effetti dell’incendio avvenuto a Pomezia il 5 maggio scorso e che ha devastato l’impianto della Eco x, una azienda privata di stoccaggio, raccolta e smaltimento di rifiuti industriali. Non siamo tra quelli abituati a seminare allarmismi, ad attaccare tutto e tutti a prescindere. Ad altri lasciamo questo modo di fare ed intendere la politica. Oggi, però, riteniamo che stiano emergendo, con forza, sia la gravità del quadro complessivo della situazione che le responsabilità, anche politiche ed istituzionali.

La conferenza stampa organizzata dalla Procura della Repubblica di Velletri non lascia margine a dubbi.

Inoltre, i valori delle analisi rilevati ci parlano di un inquinamento estremamente preoccupante che, negli anni a venire, potrebbe determinare   seri problemi alla salute dei cittadini del territorio. Vogliamo, quindi, evidenziare alcuni elementi che è compito delle forze politiche sottolineare per far sì che fatti del genere non si ripetano. Innanzitutto, l’assurdità della presenza nel territorio di una struttura che lavora materiali altamente infiammabili senza un idoneo sistema antincendio e, qui siamo alla follia, con una copertura in eternit, cioè in amianto. E’ possibile che il Comune di Pomezia e la ASL non fossero a conoscenza di ciò? Non stiamo parlando di un piccolo pollaio ma di una struttura industriale di cui non possono non aver avuto notizia! Oltretutto, sembra nel mese di novembre, un comitato di quartiere aveva già chiesto al Sindaco di intervenire, vista la situazione problematica determinata dall’ eccessivo accumulo di rifiuti anche all’esterno della struttura. Non si é mosso nulla.

L’assenza di un piano di emergenza, poi, ha impedito l’immediato coinvolgimento dei Comuni limitrofi in un intervento unitario. L’incendio è sì avvenuto a Pomezia ma il fumo si è propagato verso il Litorale, i Castelli Romani, il territorio di Roma sud e nella parte nord della Provincia di Latina. I sindaci, vogliamo ricordarlo soprattutto a loro, sono la massima autorità sanitaria del proprio territorio. E potevano, e dovevano, essere messi subito nelle condizioni di agire. Oltretutto, vorremmo ricordare al sindaco di Pomezia che lui è il presidente della Conferenza dei Sindaci della ASL   territoriale e che, quindi, poteva e doveva coordinare gli altri primi cittadini. Allo stesso modo non c’è stato un minimo coordinamento da parte della Città Metropolitana che ha brillato per la totale assenza come Ente di riferimento territoriale. Forse la “sindaca” era impegnata a rincorrere i topi nella sua città… Un serio piano di emergenza, inoltre, doveva prevedere almeno una centralina mobile di rilevamento in ogni Comune; cosa che non è avvenuta. Infatti – Conclude Seu – non conosciamo i dati dei rilevamenti Comune per Comune”.

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