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Nettuno, il sindaco Casto chiede la fiducia in Consiglio Comunale

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La crisi politica a Nettuno torna di nuovo in Consiglio Comunale: il sindaco Angelo Casto oggi in aula ha chiesto alla maggioranza la fiducia per poter andare avanti. Il primo cittadino ha chiesto che il voto sia unanime, una condizione necessaria per poter andare avanti con l’esperienza amministrativa. Escluso dalla richiesta di voto il consigliere Monti, oggi assente, già tagliato fuori dalla squadra. Sulla fiducia però non si è potuto decidere oggi, il punto infatti non era stato inserito all’ordine del giorno. Il sindaco Casto ha annunciato inoltre che la prossima settimana saranno ufficializzati i nomi degli altri 2 assessori mancanti dopo le dimissioni in massa della precedente Giunta.

Critica l’opposizione: “Di questo passo la maggioranza avrà vita breve”.

L’intervento del sindaco Casto: “Il 15 Marzo del 44 a.C.: questa data segnò un’epoca e definì uno spartiacque della storia politica che ai posteri la tramandò come “Le Idi di Marzo”.
Il Consiglio Comunale scorso, indetto dal Presidente del Consiglio, si è svolto il 15 Marzo: una data che non deve però passare come un “segna destino” ma di certo è un punto di passaggio nevralgico di questa Amministrazione, sia dal punto di vista istituzionale che politico. Un punto da cui voglio trarre uno sguardo strategico ed un’azione ancora più determinata nel perseguire gli obiettivi programmatici ispirati al M5S e fondati su una visione di sviluppo e crescita culturale, sociale, economica e civica della Città di Nettuno. Perché un progetto politico, quando si cala nella dimensione locale, non può e non deve mai essere svincolato dal legame con il territorio che invece deve esprimere.
Questo passaggio per me rappresenterà un punto di nuova partenza, un’occasione ulteriore di ascolto delle esigenze espresse dai cittadini perché ho sempre agito da Sindaco di Nettuno e non solo dei 14.759 cittadini che hanno espresso il proprio consenso politico affinché io lo diventassi.
E un uomo politico quando è investito di un ruolo istituzionale deve attagliarsi a tali finalità che devono farsi habitus e prassi quotidiana.
La decisione di 5 Assessori di rimettere le deleghe con la frase che molto mi è dispiaciuta, ovvero quella del “o tutti o niente”, ha inevitabilmente contribuito a formare quelle che sono state poi le mie conseguenti decisioni e non la lettera di alcuni Consiglieri che manifestava un malumore politico fino a quel punto gestibile, poiché rientrava infatti in dinamiche che la politica porta con sé fatte talvolta di contrasti e confronti, anche aspri, ma sempre tesi a chiarire prima di rompere. E questo ha segnato quella che voglio interpretare come crisi nel senso etimologico del termine che reca in sé anche il tema della fase evolutiva, decisiva, della scelta, intesa come capacità di giudizio, della decisione, del discernimento.
E il discernimento in politica è una forza che aiuta a vedere le cose per quello che sono e non per quel che possono apparire o qualcuno vuol far apparire.
Le mie scelte non si sono fatte e non si faranno trascinare dagli eventi in corso perché riesco a vederli per quello che nei fatti hanno dimostrato e a tutt’oggi dimostrano”.

 

 

 

 

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