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Rimborsi legali, il sindaco: “Non sono responsabile di ciò che ha fatto l’avvocato”. Porcelli: “Non ha scuse, si dimetta”

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“Sono stato anticipato dalla stampa, avrei voluto convocare una conferenza per spiegare, ma non c’è stato il tempo lo faccio qui oggi. Mi sento sereno, non ho responsabilità in questa vicenda. Verrà chiarito ogni cosa nelle sedi opportune”. Iniziano così le comunicazioni del sindaco di Aprilia Antonio Terra rese questa mattina in Consiglio Comunale sull’indagine che lo coinvolge insieme all’avvocato Antonio Martini e ad altri due ex amministatori, con le accuse di truffa e falso ideologico per dei presunti rimborsi legali gonfiati. “La vicenda parte da lontano – ha detto il sindaco in aula – riguarda le assunzioni a tempo indeterminato durante la giunta Meddi, siamo stati assolti in secondo grado, rispetto a questa questione il Comune di Aprilia è stato condannato a pagare 10.200 euro. Già nel 2015 – spiega il sindaco – sono stato chiamato in Questura per riferire sui rimborsi, non ho poi saputo più nulla né dell’indagine, né di quello che stava per succedere fino a quando giovedì scorso gli agenti della Questura di Latina sono venuti in Comune per notificarmi l’avviso di garanzia. Ora i miei avvocati stanno consultando tutte le carte per decidere cosa fare. Sono due le questioni in questa indagine, che io discuto in pieno, la prima riguarda il danno provocato al Comune: l’ente risulta soccombente e la parcella è stata indicata dal mio legale di fiducia, l’avvocato Martini. Ricordo che le parcelle una volta ottenuto il parere di congruità dell’Ordine possono anche essere adeguate ed essere superiori, per questo al legale è stata indirizzato un pagamento di 23.617 euro. Alla fine dei conti ha preso un compenso più basso: 1.700 euro corrisposti dal Comune di Aprilia, gli altri 20.700 pagati da me. La seconda questione su cui si dovrà fare chiarezza riguarda alcune fatture allegate contestate dai magistrati in cui compaiono dei pagamenti inferiori rispetto a quelli dichiarati dall’avvocato Martini. Ma io su questo non c’entro nulla. Le fatture sono comunque depositate in Comune, sono atti pubblici. L’avvocato Martini ribadisco – ha aggiunto il sindaco – era il mio legale di fiducia presso la mia azienda, poi si è occupato di altre vicende legale all’amministrazione comunale. Ad oggi ha in piedi altri 2 incarichi: uno davanti al Tar di Latina per un ricorso di un dipendente e l’altro per una causa legata ad una cittadina. E’ sicuramente un fatto grave se queste fatture risultano alterate, ma io non c’entro nulla. Qualsiasi professionista – dice il sindaco – può decidere come svolgere la propria attività. E’ un fatto grave, ma si faranno le verifiche del caso. Ad oggi revocare un incarico potrebbe provocare un danno all’ente, per questo crediamo non sia opportuno. Preciso che essere indagati non significa essere colpevoli”.

Le parole del sindaco non sono piaciute alla consigliera Carmen Porcelli che è tornata a chiedere le sue dimissioni precisando: “Lei sindaco risulta indagato per fatti che non riguardano l’attività amministrativa – dice la consigliera di Primavera Apriliana – ma per questioni legate ad interessi privati. Per questo secondo me deve fare un passo indietro e dimettersi. Ha il diritto di difendersi ma lo faccia lontano dal Comune di Aprilia”.

La consigliera torna poi sul ruolo dell’avvocato Martini: “Il legale ha ottenuto numerosi incarichi da questo Comune – dice la Porcelli – in meno di due anni è riuscito ad ottenere 150 mila euro. Sono tanti soldi. E’ imbarazzante inoltre il silenzio di questa aula, di questa maggioranza. – Aggiunge la Porcelli – dovreste vergognarvi, questo non significa amministrare il bene comune. Significa tutelare i propri interessi”.

Il Consigliere Roberto Boi ha chiesto di vedere le carte: “Noi siamo garantisti sul serio sindaco – dice il consigliere – non punto il dito contro nessuno, ma la vicenda ci appare grave e personalmente preferisco consultare tutte le carte prima di esprimere un giudizio”.

Il Consigliere Nello Romualdi ha chiesto invece le dimissioni del primo cittadino: “Non può essere l’avvocato Martini l’unico capro espiatorio, sindaco si dimetta. Faccia un passo indietro, questa amministrazione ha fallito”.

La Pegna: “Il sindaco dovrebbe autosospendersi. La maggioranza ha fondato la campagna elettorale su legalità e trasparenza. Valori che oggi vengono a mancare”.

“Spiegazioni parziali quelle sindaco”, secondo la consigliera Monica Tomassetti. “Lei sindaco ha subito un sequestro – aggiunge – non è cosa da poco. E’ una misura cautelare grave. Noi non cavalcheremo questa tigre, ma i motivi per cui questa amministrazione ha fallito sono molti altri: la differenziata, il Carnevale inesistente e la gestione delle palestre. Solo per citare alcuni esempi”.

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