
Slitta al 12 maggio l’ultima udienza e la sentenza del processo per la morte della 16enne di Cisterna Desirèe Mariottini, avvenuta nell’ottobre del 2018 in uno stabile abbandonato di via Dei Lucani, nel quartiere San Lorenzo, a Roma, a causa di un mix micidiale di droghe.
Sul banco degli imputati, lo ricordiamo, ci sono quattro cittadini nordafricani: Alinno Chima, Mamadou Gara, Yussef Salia e Brian Minthe, accusati a vario titolo di omicidio volontario, violenza sessuale aggravata e cessione di stupefacenti a minori.
L’udienza di ieri, davanti alla terza Corte d’Assise di Roma, è saltata proprio perché tre di loro – entrati in contatto a Rebibbia con un detenuto positivo al Covid – non hanno ancora terminato il periodo di isolamento precauzionale. Per tutti e 4 gli imputati l’accusa ha chiesto l’ergastolo.
Lo scorso lunedì, lo ricordiamo, il Tribunale di Roma ha emesso la prima condanna – nel corso del processo con rito abbreviato – per la morte di Desirèe, infliggendo 6 anni di carcere alla 23enne Antonella Fauntleroy, originaria della Repubblica Botswana, ritenuta responsabile della cessione di eroina alla minore, anche nei giorni precedenti alla sua morte.