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Detenzione, spaccio e coltivazione di droga e truffa ai danni dello Stato: 5 arresti ed 8 denunce ai Castelli Romani. Indagati anche due carabinieri.

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Detenzione, spaccio e coltivazione di droga ed anche truffa ai danni dello Stato ed indebita percezione del reddito di cittadinanza: i Carabinieri della Compagnia di Castel Gandolfo, col supporto di un elicottero di Pratica di Mare e delle unità cinofile, questa mattina all’alba hanno proceduto all’arresto di 5 persone in vari comuni della provincia di Roma, soprattutto nella zona dei Castelli Romani. Altre 8 persone (tra cui due militari dell’Arma, uno in pensione e l’altro in servizio) sono indagate a piede libero.

In particolare i due carabinieri denunciati, sono indiziati di avere informato uno degli indagati circa l’esistenza del procedimento penale a suo carico.

La base logistica del sodalizio  era un ristorante dei Castelli. E stato stimato un volume di affari di circa 60.000 euro al mese. Nel corso delle indagini sono finiti sotto sequestro ben 7,2 chili di droga. Uno degli assuntori, a pagamento delle dosi, aveva addirittura consegnato ad uno degli spacciatori la propria carta con il credito del reddito di cittadinanza, con la quale aveva effettuato spese personali per circa 8mila euro.

“Le ordinanza eseguite oggi, emesse dal Gip del Tribunale di Velletri, su richiesta della locale Procura della Repubblica, – spiegano i Carabinieri – dispongono la custodia cautelare in carcere nei confronti di 5 persone ritenute gravemente indiziate, in concorso con altre 8 persone, denunciate in stato di libertà, dei delitti di detenzione, spaccio e coltivazione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, nonché truffa aggravata ai danni dello Stato ed indebita percezione del reddito di cittadinanza.

Le indagini hanno consentito di rilevare l’esistenza di un sodalizio, attivo nel comprensorio dei Castelli Romani, dedito alla produzione e spaccio al dettaglio di cocaina, hashish e marijuana, anche a soggetti minorenni, avente come base logistica un ristorante.

Gli indagati, come emerso dalle investigazioni, in alcuni casi consegnavano lo stupefacente direttamente al domicilio degli assuntori, occultando le dosi nelle cassette postali, sotto gli zerbini o in alcuni vasi, per un volume di affari stimato in circa 60.000 euro al mese. I militari, nel corso delle indagini, hanno sottoposto a sequestro ben 7,2 kilogrammi di sostanza stupefacente di vario tipo.

È stato altresì riscontrato che un assuntore, a pagamento delle dosi di stupefacente, ha consegnato ad uno degli spacciatori la propria carta contenente il credito del reddito di cittadinanza, con la quale quest’ultimo, nel solo periodo di svolgimento delle investigazioni, ha effettuato spese personali per un ammontare complessivo di circa 8.000 Euro”.

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