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‘Ndrangheta, traffico di droga: 20 arresti nella cosca Gallace. “Sottolineato radicamento sul litorale romano”

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20 provvedimenti restrittivi e il sequestro di beni per 4 milioni di euro sono stati eseguiti dalla Guardia di finanza nei confronti di esponenti della criminalità organizzata di Catanzaro ritenuti appartenenti alla cosca Gallace di Guardavalle. L’operazione è stata coordinata dalla Procura antimafia di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri. 19 persone sono finite in carcere, una invece ai domiciliari: fanno tutti parte di un’organizzazione transnazionale dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, riconducibile alla storica famiglia della criminalità organizzata calabrese, radicata nel versante ionico catanzarese ma da diverso tempo anche sul litorale laziale e in Toscana. Agli indagati sono contestati i reati di associazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, commercio di sostanze stupefacenti e detenzione abusiva di arma da fuoco.

Questa mattina, contestualmente al bltiz in Calabria, sono stati eseguiti arresti e perquisizioni in Toscana, nell’ambito di un’indagine parallela coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze su un’articolazione dell’organizzazione nella provincia di Livorno dove i Gallace avevano interessi nell’area del porto.

Nel Lazio, invece, i Gallace – come si denuncia da anni – hanno interessi da circa trent’anni sulla zona del litorale ai confini tra le province di Roma e Latina, in particolare ad Anzio e Nettuno. Anche in questo caso non solo droga ma anche infiltrazioni nella politica e nell’economia.

Il commento dell’associazione Coordinamento Antimafia Anzio-Nettuno (tramite il presidente Edoardo Levantini) e Reti di Giustizia (presidente Fabrizio Marras).

 “Stamattina le inchieste della DDA di Catanzaro e della DDA di Firenze hanno colpito il clan Gallace e le sue articolazioni territoriali ad Anzio e Nettuno. Le indagini della DDA di Catanzaro hanno – per l’ennesima volta -sottolineato il radicamento del clan nel litorale. Nel novembre scorso la cassazione aveva “certificato” l’esistenza di una locale di ‘ndrangheta a sud della capitale. Attentati ed intimidazioni anche nei confronti di amministratori locali sono diventati-da tempo- la normalità per questi territori.

Le aree comprese tra Aprilia, Anzio, Nettuno, Ardea e Pomezia, da anni, registrano la presenza di organizzazioni criminali che agiscono, in stretti rapporti, nei rispettivi territori come attestano anche sentenze passate in giudicato.

Su tutti questi territori occorre un grande “investimento” sul piano investigativo, un “investimento che vada a colpire i sistemi criminali di tipo mafioso che operano in questi territori. Occorre poi una maggiore consapevolezza della classe dirigente di fronte a questi fenomeni mafiosi che rappresentano una seria e concreta minaccia per la vita sociale, politica ed economica di molte comunità”.

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