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Aprilia – “Dalla Asl non solo brutte notizie, il programma +Vita ottiene grandi risultati”

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Il  programma +VITA, promosso dalla ASL di Latina e partito nel giugno scorso, si è concretizzato nel Poliambulatorio di Aprilia producendo i primi effetti positivi. L’attuazione del  progetto  permette di restituire al territorio quella indispensabile  valenza di centralità della sanità, negata nell’ultimo decennio.


“In pratica – spiega Claudio Frollano del Tribunale per i diritti del malato – significa la presa in carico a 360° di quei cittadini con malattie croniche,  per ora solo con patologia da BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva) e Diabete e verosimilmente, dagli inizi del 2020, anche per i cronici cardiopatici. Fino ad oggi per queste cronicità e alcune patologie conseguenti, oltre a non essere previsto un percorso per il loro monitoraggio ed assistenza personalizzata nel territorio di residenza,  non era presente nella ASL neanche lo specialista di riferimento, come ad esempio lo specialista 
 per diabetici di tipo 2, non insulinici.

Per tale motivo è stato istituito presso il nostro Poliambulatorio il servizio denominato CCT, che sta per Centrale di Continuità Territoriale che prevede, tra l’altro, un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA), erogato tramite un gruppo di Medici di Medicina Generale (UCP) che rappresentano una Unità di Cure Primarie.

Un particolare elogio, oltre che alla Direzione tutta che sta fortemente sponsorizzando questo progetto, va fatto  al team di infermieri che gestiscono e supportano logisticamente ed accompagnano durante tutto il percorso, i pazienti che sono stati identificati ed arruolati dal proprio medico che fa parte in questo caso del gruppo dei 18 medici che partecipano al progetto presenti in ASL, ed ovviamente a questi medici, oltre che agli specialisti, Diabetologo e Pneumologo, coinvolti.

 

Ad oggi, seppure con tutte le difficoltà che si possono presentare durante lo start up di un nuovo progetto, sono stati arruolati più di 120 pazienti, tra Diabetici e BPCO, che hanno aderito volontariamente su chiamata e suggerimento del proprio medico che fa parte degli UCP a farsi prendere in carico e firmare il Patto di Cura accettando così  di farsi curare e impegnandosi a rispettare il programma di cura personalizzato stilato dal medico.

Questo ottimo risultato lo si è potuto raggiungere grazie al forte spirito di lavoro in Team e la coesione che si sono venuti a creare tra tutto il personale coinvolto: infermieri, medici,  specialisti e direzione.

Un ruolo chiave, proprio perchè è il fulcro gestionale di tutta l’attività conseguente all’arruolamento del paziente fatto dal medico, è quello svolto dagli infermieri, che oltre al lavoro logistico (per ora ancora  molto cartaceo) ed informatico, definiscono lo specifico piano di assistenza infermieristica (PAI).

Ma la novità è che dedicano tempo di qualità ai pazienti, condividendo stili di vita appropriati, rispondendo a qualsiasi domanda/curiosità prospettata e, non ultimo, insegnando ad usare  correttamente gli ausili in dotazione, quali ad esempio i rilevatori della  glicemia, questo tutte le mattine e tre giorni a settimana anche di pomeriggio.

Questo diverso modo di interagire con il malato, fa sì che si instauri con questi professionisti un rapporto di fiducia, tanto importante per il buon esito delle cure erogate.

Fondamentale è ovviamente il ruolo del medico,  che arruola tra i suoi pazienti coloro che hanno le cronicità che rientrano nel programma e firma con il paziente e l’infermiere un Patto di Cura, stila quindi un programma personalizzato di controlli e si preoccupa di prendere tutti gli appuntamenti per le  previste visite anche specialistiche.  Ma va oltre,  convoca anche i suoi pazienti a rischio di Diabete o BPCO, per iniziare, se accettato, un percorso di monitoraggio della possibile malattia, ed evitarne così l’evoluzione in  cronicità.

Insomma un cantiere in continua trasformazione, dove questo team di professionisti  fa suo ogni suggerimento per migliorare la qualità del servizio erogato. Ultima idea ad esempio è creare un percorso specifico per l’accesso di questi pazienti al servizio prelievi.

 

Ma ovviamente la forte dedizione e buona volontà va anche sostenuta con l’efficienza delle apparecchiature ed il buon funzionamento dei sistemi informatici deputati a fare sì che la presa in carico dei pazienti avvenga quanto più facilmente possibile.

E qui c’è da evidenziare che tuttora, a tre mesi dalla partenza del progetto, ci sono ancora  problemi di comunicazione tra i diversi sistemi informatici utilizzati, in particolare tra quello che gestisce la piattaforma per la presa in carico dei pazienti e quelli che  utilizzati dai medici coinvolti nel progetto. Questo al momento rende difficile ed ostica per tutti, medici, infermieri e specialisti, la registrazione delle attività di gestione dell’arruolamento  del paziente, e quindi produce molto lavoro cartaceo che rallenta notevolmente l’arruolamento dei pazienti.

Invitiamo quindi chi ne ha titolo ad intervenire per risolvere queste problematiche, perchè non ci possiamo permettere che un progetto come questo, che a fine anno verrà esteso anche a pazienti con cronicità cardiache, fallisca. D’altronde una Casa della Salute la cui inaugurazione dovrebbe avvenire entro la fine dell’anno,  non sarebbe tale se non si occupasse delle cronicità dei pazienti del territorio .

Per tale motivo ci aspettiamo anche la tanto inseguita ma promessa creazione dell’ambulatorio festivo detto anche Ambufest, ed ovviamente la costruzione della terza palazzina, da dedicare soprattutto al TSMREE e necessaria a creare spazi per inserire ambulatori per le specialistiche che   ad oggi non trovano collocazione. 

Chiudiamo quindi con un grazie ed un augurio di buon lavoro a tutto il personale medico, infermieristico e dirigenziale che sta lavorando su questo progetto.

Invitiamo tutti i malati con queste cronicità, i cui medici hanno aderito a questo progetto, ad avere fiducia nell’ottimo servizio che viene offerto sul territorio, evitando così trasferte scomode e costose in centri fuori dal comune di residenza.

 

Nel 2020 tutti i medici presenti nel territorio, anche se non facenti parte di una UCP, saranno messi in grado di aderire a questo progetto, fornendo anche a loro tutti gli strumenti informatici e non, cosi che tutti i cittadini che lo desiderano potranno usufruire di questo importante servizio TERRITORIALE”.

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