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Omicidio di Willy Monteiro Duarte: il prossimo 23 giugno la sentenza di secondo grado. “Atti di violenza inaudita che hanno sconvolto la società civile”.

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Omicidio di Willy Monteiro Duarte: il prossimo 23 giugno la sentenza di secondo grado. “Atti di violenza inaudita che hanno sconvolto profondamente la società civile”. E’ quanto ha affermato ieri in aula Domenico Marzi, legale difensore della madre di Willy, pestato di botte e ucciso, nel settembre del 2020, a Colleferro. La Corte d’Assise d’Appello di Roma è chiamata a decidere sulle richieste avanzate dalla Procura Generale che ha sollecitato la conferma dell’ergastolo per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, accusati di concorso in omicidio assieme a Mario Pincarelli, condannato a 21 anni in primo grado e a Francesco Belleggia a cui sono stati inflitti 23 anni.

“In questa tragica vicenda emergono due realtà opposte – ha commentato il legale di parte civile, che nel corso del suo intervento ha fatto anche riferimento al riconoscimento della medaglia d’Oro al Valore Civile tributata a Willy dal Presidente Mattarella -. Da una parte c’è un 20enne, uno studente lavoratore, che interviene per aiutare un amico in difficoltà e paga con la vita questo atto di altruismo. Dall’altra ci sono i protagonisti di una violenza inenarrabile, ragazzi conosciuti in diverse occasioni e contesti per essere dei provocatori, sempre alla ricerca di un pretesto per lo scontro”.

I fratelli Bianchi sono “intervenuti nel litigio con una logica da spedizione punitiva, il loro arrivo sul posto è stato richiesto appositamente da un amico che li ha chiamati perché li conosceva bene e si aspettava un determinato tipo di condotta: i due ragazzi si sono diretti verso il soggetto più debole, un giovane esile, senza neppure accertarsi del suo coinvolgimento nel litigio”.

Nel corso dell’udienza di ieri ha preso la parola anche il legale del padre di Willy, l’avvocato Vincenzo Tavassi, che ha sottolineato l’evidente sproporzione della condotta dei Bianchi rispetto al fatto: “Bisogna ricordare che Willy non aveva avuto alcun ruolo nel litigio, era intervenuto per risolvere pacificamente la controversia”.

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