Il sequestro “per equivalente”, eseguito oggi, trae origine da un’articolata indagine svolta nel 2013 dalla Brigata di Ponza per corruzione e falsità ideologica.
Sequestrati sull’isola di Ponza e a Formia, dalla guardia di finanza del Comando Provinciale di Latina, immobili del valore di mezzo milione di euro. Il sequestro “per equivalente”, eseguito oggi, trae origine da un’articolata indagine svolta nel 2013 dalla Brigata di Ponza che aveva fatto emergere una condotta illecita tenuta da due dipendenti comunali, ora in pensione, che avevano rilasciato un permesso a due persone per costruire in sanatoria, in totale assenza, però, dei requisiti necessari. In cambio avevano denaro ed appezzamenti di terreno situati sull’isola. Il provvedimento di oggi è scattato nei confronti di 5 persone residenti a Fondi e Ponza: sotto sequestro è finito un appartamento a Formia, 4 terreni e due immobili a Ponza, e 30 mila euro che erano depositati su diversi conti correnti intestati ai 5 soggetti coinvolti nell’inchiesta e accusati di corruzione e falsità ideologica.
“Lo sviluppo delle informazioni acquisite – spiega la Finanza in una nota stampa – trovava anche corrispondenza dalle attività di Polizia Tributaria ed Economico Finanziaria sviluppate parallelamente, in quanto a seguito di verifica fiscale svolta nei confronti di uno degli indagati S.S., dagli accertamenti bancari emergevano elementi che consentivano di appurare una fittizia compravendita dei 4 terreni con annesso immobile che rappresentava l’utilità ricevuta per le ipotesi corruttive.
Al termine dell’attività di Polizia Giudiziaria veniva redatta apposita informativa di reato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino segnalando a carico dei soggetti coinvolti le ipotesi di reato di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e di falsità ideologica in atti pubblici commessa nella qualità di incaricato di pubblico servizio.
Il Gip del Tribunale di Cassino accogliendo la richiesta della locale Procura emetteva il provvedimento finalizzato alla confisca per equivalente dei beni sequestrati per un importo pari al profitto del reato di cui all’art. 319 del c.p. (corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio) derivante dal compenso percepito per il rilascio, ai sensi dell’art. 39 della legge 724/1994 del permesso di costruire in sanatoria.